USP-Unione Sportiva Pavullese
ASD affiliata al Centro Sportivo Italiano
Presenta:
XX Corso Junior Bike
Le lezioni saranno gestite da Istruttori certificati dalla
Scuola Nazionale Maestri di Mountain Bike
Corso MTB Junior (a partire dai 6 anni)
Con il corso Junior, oramai consolidato da ventennale esperienza, vogliamo fare scoprire ai ragazzi la bellezza del Mountain Biking trasmettendo loro i segreti per apprendere e/o migliorare la giusta Tecnica di Guida.
Il corso è rivolto ad una fascia di età che va dai 4 anni in poi; attueremo una progressione didattica distribuita sulla durata del corso suddividendo i partecipanti in gruppi omogenei utilizzando il nuovo
Campo Scuola attrezzato e sicuro oltre ai pistini e sentieri preparati nei boschi del nostro comune.
Siamo promotori di uno stile di vita attivo e a contatto con la natura, che sia in grado di farci divertire, rigenerarci e scoprire l’ambiente che ci circonda.
La MTB è uno sport sano che sviluppa la coordinazione motoria e stimola la socializzazione e l’aggregazione.
La scuola è di “taglio” non agonistico ma escursionistico: imparare per il piacere di girare insieme in sicurezza, non per arrivare primi e vincere, per il momento… questo è ciò che differenzia la nostra associazione dalle altre.
Sotto l’occhio attento degli Istruttori di MTB iscritti all’albo Nazionale, esercizi di tecnica e coordinazione si alterneranno a momenti di gioco caratterizzati da piccole sfide che aiutano a “tener duro” e a crescere.
Nel nostro Campo Scuola, in un ambiente che stimola la capacità di adattamento e di reazione alle circostanze, sperimenteranno esercizi sulle curve, l’equilibrio, le salite, le discese e lo sconnesso per poi applicarle sui sentieri e i pistini della zona.
Corso MTB Enduro (a partire dagli 11 anni)
Quanto sei disposto a crescere e ad alzare il livello?
Questa è la considerazione fondante alla base della specializzazione “Enduro”; allenamento alla pratica del Mountain Biking con le tecniche intermedie ed avanzate per una guida sicura su ogni tipo di terreno sconnesso:
frenare in modo efficiente per mantenere la velocità in curva e nei tratti tecnici, usare il controllo della pressione per generare velocità, usare la rotazione per migliorare la fase di curva, distinguere la scelta della linea sicura veloce ed efficiente nella sezione tecnica, imparare varie manovre tra cui il Bunny Hop, il sollevamento della ruota anteriore e di quella posteriore.
Queste alcune peculiarità del corso Enduro senza disdegnare qualche “piccolo” salto….
Obbligatori: Casco adatto alla disciplina, mascherina/occhiali, ginocchiere, bike biammortizzata, guanti.
NOVITA’: Corso MTB Junior Baby (a partire dagli 3 anni)
La nostra nuova Area Campo Scuola, dotata di pista Pump-Trak e di una serie di attrezzature specifiche e dedicate ci permette di allargare l’accessibilità ai più piccini con l’utilizzo di Balance-bike (messe a disposizione dall’Associazione) adatte a sviluppare le abilità motorie e la sicurezza in Bici attraverso protocolli basati sul gioco e all’interno di una zona completamente recintata e sicura.
MODALITA’ DI ISCRIZIONE ALLE VARIE TIPOLOGIE DI CORSI
Corso Junior Bike 2024 (a partire dai 6 anni)
Pavullo nel Frignano: lunedi e giovedi sera dalle ore 18,30 alle 20,30
Il corso avrà inizio lunedì 6 maggio; 2 tipi di iscrizione:
• iscrizione mensile ____100,00€
• iscrizione trimestrale (maggio - luglio) ___250,00€ (comprende gadget 2024)
Corso MTB Enduro 2024 (a partire dai 11 anni)
Pavullo nel Frignano: lunedi e mercoledì sera dalle ore 18,30 alle 20,30
Il corso avrà inizio lunedì 6 maggio; 2 tipi di iscrizione:
• iscrizione mensile ____100,00€
• iscrizione trimestrale (maggio - luglio) ___250,00€ (comprende gadget 2024)
NB:
- per richieste particolari rivolgersi ai riferimenti sottostanti
- L'estensione del corso nei mesi di agosto-settembre-ottobre non è ancora confermata
- L'iscrizione comprende la Tessera personale con copertura assicurativa
- il punto di ritrovo e di fine corso varierà durante la durata del corso (sempre in zona Pavullo)
- CASCO OBBLIGATORIO!!
attrezzatura consigliata: borraccia d'acqua, zainetto con merenda, camera d'aria della misura della ruota della bici, k-way / giacchetta in funzione delle condizioni, occhiali trasparenti, guanti, scarpe dalla suola tacchettata e non troppo morbida, abbigliamento comodo
INFO E ISCRIZIONI:
www.uspavullese.com +39 347 6768630 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
https://www.facebook.com/uspavullese
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Martedì, 05 Agosto 2014 14:50
Romeo venturelli
Romeo Venturelli
Forse, anzi senz'altro, il più grande incompiuto del grande romanzo del ciclismo. Venturelli nato il 9 dicembre del 1938 a Lama Mocogno (MO), ma pavullese più che d'adozione, si segnalò fra i dilettanti con risultati eccezionali. Coppi lo vide e bastò poco al Campionissimo, per capire che quel ragazzone aveva avuto dalla natura dei mezzi eccezionali. Il grande Fausto lo volle al suo fianco nella San Pellegrino, ma non fece in tempo a trasmettergli il suo affetto, ed i suoi consigli.
Romeo fu l'ultimo corridore a vedere Coppi vivo e fu proprio lui che accompagnò a casa il leggendario Campionissimo, di ritorno dalla fatale battuta di caccia nell'Alto Volta. Il debutto di Venturelli con quella maglia bianco-arancio che doveva essere anche di Fausto, fu qualcosa di ineguagliato nella storia del ciclismo. Praticamente all'esordio gareggiò nella Parigi-Nizza e nella cronometro di Nimes, seppe irridere gli avversari, in particolare Anquetil e Riviere. Una settimana dopo stracciò tutti a Reggio Emilia. Andò al Giro della Romandia e nella tappa più difficile, con arrivo in salita a Montana, staccò tutti.
Fausto Coppi a colloquio con Romeo Venturelli. Fra i due Renzo Badiali, sulla cui
macchina Fausto Coppi seguì la corsa di Romeo all'ennesima vittoria tra i dilettanti (Proprietà della foto: Renzo Badiali)
Un nuovo Coppi? Un grande giornalista come il compianto Dante Ronchi un giorno mi raccontò un particolare a proposito di questo personaggio unico. Dopo il successo in Svizzera mentre tutti volavano al pensiero di un nuovo super per il ciclismo italiano, Gino Bartali, allora direttore sportivo della San Pellegrino, avvicinò Dante e gli disse che Venturelli non aveva niente del corridore. Stupito ed interdetto, Ronchi, sincero ammiratore di Ginettaccio, ne prese atto non senza dubbi.
Dopo qualche giorno Venturelli esordì al Giro e nella cronometro di Sorrento diede una lezione a gente come Anquetil, Baldini e Carlesi. "Vuoi vedere che il grande Gino s'è preso un granchio?" si chiese Ronchi. Due giorni dopo la controprova diede piena ragione a Bartali. Venturelli svuotato dalla sua vita folle abbandonò il Giro. Ritornò alle gare a fine stagione, giusto in tempo per vincere con l'imolese Diego Ronchini il Trofeo Baracchi. Ma la sua vita non ne voleva sapere delle leggi dello sport e si eclissò.
Tornò prepotentemente nel 1965. Dopo aver conquistato il secondo posto al Giro di Sardegna vinto da Van Looy, ed aver fatto vedere i sorci verdi alla celebre "guardia rossa" del "sire di Herentals", andò a vincere il Giro del Piemonte battendo in volata Poggiali, col quale aveva staccato tutti. Una brutta caduta a Sanremo, aldilà delle ferite riportate, fu il pretesto ideale per eclissarsi di nuovo.
Tornò ancora nel 1972 da isolato, ed anche in quelle poche battute, già ultratrentenne fece capire che aveva qualcosa di divino. Ma il suo fisico era stato troppo minato dalle sue scelleratezze. Qualche esempio delle sue bravate? Era capace di mangiare come un pazzo furioso e di gareggiare con gli altri su chi resisteva di più a tavola. E questo magari alla vigilia di una gara. Qualcuno, anche se non ricordo chi, mi raccontò che la notte precedente una prova importante non andò praticamente a letto, ed alle quattro del mattino si mangiò un intero "formaggio di fossa". Era capace di bersi diverse bibite ghiacciate dopo un arrivo, in un'occasione addirittura venti. Amava il Campari come un assetato che trova un bicchier d'acqua e si potrebbero fare decine di esempi a riguardo.
Venturelli era dunque incapace di svincolarsi dalle quelle "bettolesche" bravate tanto presenti nella quotidianità degli uomini. Una cosa comunque è certa, egli era straordinario a cronometro, in salita e possedeva pure un ottimo spunto veloce.
Queste doti le ha avute solo un certo... Eddy Merckx.
I giornalisti della Gazzetta dello Sport Giuseppe Castelnovi (oggi in pensione) e Marco Pastonesi, redattore di ciclismo e rugby in piena attività, ci hanno proposto la publicazione di un libro che racconti la storia di questo atleta pavullese degli anni ’60, che è sicuramente stato lo sportivo della nostra città che ha raggiunto il massimo della notorietà, sia nazionale che internazionale.
Il libro, che recupererà anche un archivio fotografico importante dell’epoca, recupererà alla dignità di stampa anche un periodo della storia di Pavullo, degli anni del dopoguerra, in cui lo sport e il ciclismo in particolare furono elemento importante di aggregazione sociale e rinascita collettiva.
A quel periodo parteciparono, con grande impegno, uomini importanti della Pavullo dell’epoca, come il Cav. Alfonso Lipparini presidente dell’US. Pavullese e Trento Montanini, mitico DS della squadra ciclistica, in cui militarono anche altri atleti di successo come i fratelli Giordano e Gabriele Giusti, Benetti e Veggetti.
L’Amministrazione Comunale ha accolto con grande interesse la proposta, che oltre ad avere un indubbio valore di recupero storico, può essere di stimolo verso le nuove generazioni sportive, ma, dati i tempi di grandi difficoltà economiche, ha bisogno del coinvolgimento di realtà associative come i Lions e Rotary Clubs notoriamente sensibili a proposte interessanti per la collettività.